2024

monica sgandurra fabio di carlo

progetto selezionato in ultima fase


concorso di idee per la nuova capitale della Mongolia

team leader Studio Bianchi Architettura, Roma

monica sgandurra e fabio di carlo progetto per il paesaggio

concorso new Karkhorum city

dalla relazione di progetto

Con un clima continentale estremo e con quattro fasce principali di vegetazione i paesaggi della Mongolia sono alquanto diversificati e variano in latitudine da Nord a Sud e in altitudine dalle montagne alle pianure fino ai bacini d’acqua. Si hanno quindi in sequenza rilievi montuosi, laghi, vaste pianure erbose e deserti.

La steppa, che occupa quasi i tre quarti del territorio, è la struttura più presente e accompagna tutte le fasce di transizione della vegetazione dividendosi poi in tre tipologie: la steppa composta da foreste al Nord con qualche massiccio montagnoso, la steppa erbosa nel centro e nell’Est del paese e la steppa semi-desertica a Sud con il deserto del Gobi.

landscape New Karkhorum city

Su questa articolazione si muove il progetto per un paesaggio del nuovo insediamento, un palinsesto di habitat nel quale rileggere in sintesi queste componenti.

Partendo dalla lettura del segno dei campi esistenti si è voluto mantenere il disegno delle superfici come trama nella quale inserire poi il progetto. 

A Sud i campi sono quelli destinati al pascolo con le praterie tipiche delle vallate fluviali, con distese ricoperte di gramigna, stipa, artemisia e piante da foraggio.

Sul versante Ovest alle spalle del grande recinto del monastero Erdene Zuu il paesaggio della prateria si popola di una maggiore presenza floristica con fioriture primaverili ed estive che fanno da sfondo cangiante al complesso storico.

A Nord, sul fronte esterno, viene proposto un grande parco che abbraccia ad arco tutto questo versante, una grande prateria verde nella quale saranno collocate, come impronte di un accampamento fantasma, tante aiuole circolari che ricordano la forma delle yurte. Si vuole così creare un serbatoio di biodiversità per contrastare l’estinzione delle tante specie minacciate, un paesaggio contenitore nel quale studiare e coltivare e proteggere, come un grande orto botanico, le specie più compromesse e quelle più tipiche tra quelle erbacee ed arbustive. 

Su questo versante a Nord si inserisce poi una superficie forestale che ricorda la foresta-steppa nella quale troviamo la più ricca diversità di specie sia vegetale che animale: betulle e pioppi nel versante sud dell’organizzazione, larici siberiani, pini, pecci e abeti sul versante nord-est.

L’ultima struttura è quella interna e racconta la superficie più esigua dei paesaggi della Mongolia, ossia quello agricolo, con una organizzazione in successioni di bande coltivate. Qui nelle strisce si alternano campi di erbe medicinali ed aromatiche a campi di orzo, grano, legumi e ortaggi in una sequenza sempre diversa, una sorta di parco agricolo per la nuova città.